Citando un prezioso libretto sulla memoria di Luigi Pintor : " Servabo: Conserverò, terrò in serbo, o anche servirò, sarò utile", un tavolo-panca nel giardino antistante la biblioteca si offre come oggetto di "design urbano". Su di esso, attraverso "Cuore di pietra" generazioni diverse di bambini e di ragazzi hanno lasciato un segno della propria identità. La forma è quella del punto interrogativo, per la quale alla fine si è optato, contro un bell'esclamativo troppo accomodante. Per lasciare un dubbio che ancora una volta, in maniera critica e attiva, sia continuo pungolo ad interrogarsi sulla città, sullo spazio pubblico e la sua cura, e sugli spazi di democrazia. Un punto interrogativo perché non ci si vuole fermare compiaciuti per il già fatto, con la consapevolezza che molto ancora si potrebbe e si dovrebbe fare. Un punto interrogativo perché sappiamo quanto, almeno nel nostro paese, valga più l'immagine effimera e di rapido consumo che ciò che innesca un cambiamento e una attiva capacità critica consapevoli. Un punto interrogativo che sia sfida all'oblio strumentale e a letture travisanti e alla memoria di breve durata. Parti delle mappe riprodotte sul tavolo-panca sono state realizzate nel corso di un workshop tenuto insieme a Mona Lisa Tina con i ragazzi dei gruppi di aggregazione giovanile di Pianoro/ Carteria (in collaborazione con "Casa Arcobaleno" e la ASL di Pianoro).
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lunedì 13 giugno 2011
Servabo, Cuore di pietra 2011
Citando un prezioso libretto sulla memoria di Luigi Pintor : " Servabo: Conserverò, terrò in serbo, o anche servirò, sarò utile", un tavolo-panca nel giardino antistante la biblioteca si offre come oggetto di "design urbano". Su di esso, attraverso "Cuore di pietra" generazioni diverse di bambini e di ragazzi hanno lasciato un segno della propria identità. La forma è quella del punto interrogativo, per la quale alla fine si è optato, contro un bell'esclamativo troppo accomodante. Per lasciare un dubbio che ancora una volta, in maniera critica e attiva, sia continuo pungolo ad interrogarsi sulla città, sullo spazio pubblico e la sua cura, e sugli spazi di democrazia. Un punto interrogativo perché non ci si vuole fermare compiaciuti per il già fatto, con la consapevolezza che molto ancora si potrebbe e si dovrebbe fare. Un punto interrogativo perché sappiamo quanto, almeno nel nostro paese, valga più l'immagine effimera e di rapido consumo che ciò che innesca un cambiamento e una attiva capacità critica consapevoli. Un punto interrogativo che sia sfida all'oblio strumentale e a letture travisanti e alla memoria di breve durata. Parti delle mappe riprodotte sul tavolo-panca sono state realizzate nel corso di un workshop tenuto insieme a Mona Lisa Tina con i ragazzi dei gruppi di aggregazione giovanile di Pianoro/ Carteria (in collaborazione con "Casa Arcobaleno" e la ASL di Pianoro).
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