TORNA
INDIETRO! Invito al gioco
Un progetto di intervento per Piazza Maggiore, Bologna, 2004
Il tradizionale “Gioco dell’oca” si è
trasformato qui in una mappa della città che cambia. La città è Bologna e qui si fa
riferimento ai primi anni del 2000 in cui il grande cambiamento era
orientato da due spinte forti: la cancellazione di luoghi di lunga tradizione
per la cultura cittadina e la sacralizzazione benedicente. Così in questa mappa-gioco alcune caselle
sono state sostituite dalle immagini dei luoghi della “cancellazione” (il LINK,
il TPO, l’ area EX-SEABO, la SALARA, i Centri di prima accoglienza per
immigrati) e della sacralizzazione con San Petronio e Padre Pio benedicenti i
luoghi, sempre più in estensione dal centro alle aree periferiche, dello
shopping.
MA:
Chi si ferma nelle caselle dove c’è
l’oca prosegue ricontando il numero fatto; se trova un’altra oca raddoppia. I
giocatori che cadono nelle caselle n° 6,19,33,42,52,58 sono rinchiusi nel CPT:
( Centro Permanenza Temporanea) di Via Mattei per 60 giorni in attesa di
espulsione dalla vita politica e civile.
Hidden Displays 1975-2020
Progetti non realizzati a Bologna
Un progetto di MoRE. a Museum of Refused and
Unrealised Art Projects
a cura di Elisabetta Modena e Valentina Rossi
Con il supporto di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e Fondazione de
Mitri
Istituzione Bologna Musei
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Project Room
7 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
Presentazione del catalogo 7 ottobre ore 18.00
Alessandra Andrini, Sergia Avveduti, Riccardo
Baruzzi, Riccardo Benassi, Francesco Benozzo, Davide Bertocchi, Christoph
Büchel, William Burroughs, Calori & Maillard, David Casini, Cristian
Chironi, Luca Coclite, Cuoghi Corsello, Ericailcane, Emilio Fantin, Flavio Favelli,
Irene Fenara, Simone Forti, Francesca Grilli, Daniel Gonzàlez, Jannis
Kounellis, Claudia Losi, Eva Marisaldi, Fabio Mauri, Paul McCarthy, Matteo
Meschiari, Giancarlo Norese, Francesca Pasquali, Stefano W. Pasquini, Chiara
Pergola, PetriPaselli, Cesare Pietroiusti, Andrea Renzini, Davide Rivalta, Mili
Romano, Andrea Salvatori, Marco Samorè, Enrico Serotti, Ivana Spinelli, Sissi,
Luca Trevisani, Eldi Vejzai, Luca Vitone e ZimmerFrei.
La Project Room del MAMbo – Museo d’Arte
Moderna di Bologna, spazio dedicato principalmente alla riscoperta di alcuni
degli episodi culturali più stimolanti e innovativi originati in ambito
bolognese e regionale, prosegue la sua attività con un nuovo progetto
espositivo: Hidden Displays 1975-2020. Progetti non realizzati a Bologna,
ideato da MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects e a cura di
Elisabetta Modena e Valentina Rossi, che si realizza con il supporto della
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione de Mitri di
Modena.
La ricerca, l’esposizione e il volume edito da Edizioni MAMbo
che esce in concomitanza con l’apertura della mostra nascono dal confronto tra
due realtà: il MAMbo – punto di riferimento per l’arte contemporanea sul
territorio bolognese ed emiliano-romagnolo – e MoRE, museo e archivio digitale
che dal 2012 raccoglie, conserva ed espone virtualmente i progetti non
realizzati di artisti del XX e XXI secolo. Attraverso il sito moremuseum.org è
possibile scoprire progetti artistici che non sono stati realizzati per
motivazioni tecniche, logistiche, ideologiche, economiche, morali o etiche,
oppure perché utopici o impossibili da tradurre in realtà. Lo scopo del museo è
quello di valorizzare questi progetti archiviando, sistematizzando e
valorizzando i documenti, le immagini e i testi donati dagli artisti, nonché
organizzando mostre, sia online che offline, convegni e seminari.
Hidden Displays 1975-2020 scaturisce da una
ricerca sviluppata sul territorio con l’obiettivo di rintracciare e studiare le
mostre e le opere d’arte immaginate o progettate, ma non realizzate in ambito
bolognese dal 1975, anno della nascita della Galleria d’Arte Moderna di Bologna
nella sede di Piazza Costituzione progettata da Leone Pancaldi, a oggi.
Attraverso il lungo lavoro di ricerca in archivio e il contatto diretto con i
protagonisti del sistema dell’arte che gravita intorno a Bologna, sono emersi
ricordi, esperienze, testimonianze e documenti di numerose occasioni rimaste
nei cassetti degli artisti e dei curatori.
In mostra sono visibili una cinquantina di tracce di un racconto di fatto
ancora ignoto: i documenti archivistici e i progetti artistici sono volutamente
presentati in modo non lineare e non cronologico.
Dalla ricerca sono emerse numerose occasioni
espositive rintracciate grazie a un lavoro di scavo svolto principalmente
nell’archivio del MAMbo e in quelli privati della città.
Gli archivi degli artisti hanno restituito una numerosa serie di progetti che
sono illustrati in mostra secondo modalità discusse volta per volta con gli
artisti stessi: alcuni hanno scelto di esporre i materiali originariamente
sviluppati per la progettazione dell’opera poi non realizzata (documenti
digitali o materiali analogici); altri hanno invece interpretato il lavoro in
modo diverso, trasformando la documentazione progettuale in una traccia
evocativa e utile a restituirne l’idea e il senso originari.
I progetti espositivi non realizzati dal 1975
ad oggi che sono emersi dalla ricerca sono proposti, ideati o sviluppati da
curatori, artisti, critici e storici dell’arte: Lorenzo Balbi, Renato Barilli,
Alberto Boatto, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Germano Celant, Giorgio
Celli, Roberto Daolio, Mario De Micheli, Tano Festa, Guido Le Noci, Marinella
Paderni, Concetto Pozzati, Maura Pozzati con Michele Corleone e Pierfrancesco
Pacoda e Lea Vergine.
Le opere non realizzate sono invece state
ideate e proposte da artisti legati al territorio per diverse ragioni:
Alessandra Andrini, Sergia Avveduti, Riccardo Baruzzi, Riccardo Benassi,
Francesco Benozzo, Davide Bertocchi, Christoph Büchel, William Burroughs,
Calori & Maillard, David Casini, Cristian Chironi, Luca Coclite, Cuoghi
Corsello, Ericailcane, Emilio Fantin, Flavio Favelli, Irene Fenara, Simone
Forti, Francesca Grilli, Daniel Gonzàlez, Jannis Kounellis, Claudia Losi, Eva
Marisaldi, Fabio Mauri, Paul McCarthy, Matteo Meschiari, Giancarlo Norese,
Francesca Pasquali, Stefano W. Pasquini, Chiara Pergola, PetriPaselli, Cesare
Pietroiusti, Andrea Renzini, Davide Rivalta, Mili Romano, Andrea Salvatori,
Marco Samorè, Enrico Serotti, Ivana Spinelli, Sissi, Luca Trevisani, Eldi
Vejzai, Luca Vitone e ZimmerFrei.
In occasione di Hidden Displays 1975-2020.
Progetti non realizzati a Bologna viene pubblicato un volume omonimo, curato da
Elisabetta Modena e Valentina Rossi, edito da Edizioni MAMbo e realizzato su
progetto grafico di Sartoria Comunicazione.
Il libro, che si apre con i saggi delle curatrici, organizza cronologicamente i
risultati della ricerca, inevitabilmente non definitiva per il tema trattato,
propone contributi scientifici e presenta i progetti e le mostre non realizzate
come capitoli di una storia dell’arte contemporanea bolognese inedita e per
forza di cose frammentata.
Il volume comprende inoltre una serie di interviste a figure che hanno
caratterizzato la vita artistica della città quali: Adelaide Auregli, Renato
Barilli, Franco Calarota, Mariuccia Casadio, Danilo Eccher, Silvia Evangelisti,
Gino Gianuizzi, Claudio Marra, Simone Menegoi, Fabiola Naldi, Maura Pozzati, Anteo
Radovan, Francesco Ribuffo, Giancarlo “Ambrogio” Vitali e Luca Vitone.
Il catalogo si chiude con una postfazione di Marco Scotti, mentre le schede
critiche sono curate da Ilaria Bignotti, Anna Bottoli, Monica Masucci,
Elisabetta Modena, Claudio Musso, Fabiola Naldi, Valentina Rossi e Anna
Zinelli.
Durante il periodo di apertura della mostra è
inoltre prevista la realizzazione di progetti emersi nella ricerca ed esposti
in Project Room. Si inizierà sabato 11 dicembre 2021 con un progetto non
realizzato di Emilio Fantin. Nella volontà delle curatrici non si tratta di
re-enactment di opere ma piuttosto di post-enactment, ovvero di una pratica
curatoriale che prevede la messa in scena, l’allestimento o la realizzazione di
un’opera nata originariamente in un contesto specifico, non realizzata, e
prodotta poi in un’altra situazione (in alcuni casi anche per mano di persone
diverse).
Per comprendere a pieno il senso di Hidden Displays 1975-2020,
sono le stesse curatrici
Elisabetta Modena e Valentina Rossi a offrire una chiave di lettura:
“Nelle nostre intenzioni, questo volume e questa mostra non sono da
intendersi come una
sfilata di fallimenti. Al contrario, i progetti qui raccontati aprono infatti
una riflessione
sul labile confine tra ciò che può essere definito come realizzato e ciò che
non può
esserlo, perché i progetti qui presentati sono stati pensati, studiati e
proposti: la loro
dimensione materiale e reale sarà evidente nella Project Room del museo, in cui
si
affolleranno testi, bozzetti, maquette, carteggi, disegni, planimetrie, render,
video,
fotografie, appunti, ma anche idee, visioni, e speranze”.
MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects nasce come progetto
dell’Associazione Culturale Others ed è membro di CAPAS (Centro per le Attività
e le
Professioni delle Arti e dello Spettacolo) dell’Università di Parma. È composto
da: Corrado
Beldì, Ilaria Bignotti, Cristina Casero, Irene Guzman Craighero, Francesca
Modena, Nina
Però, Alberto Salarelli, Marco Scotti, Vanja Strukelj, Francesca Zanella e Anna
Zinelli.
Assistente curatoriale e coordinamento generale: Anna Bottoli
Organizzazione: Monica Masucci