lunedì 1 aprile 2019

SPAZIO LAVI’ , Bologna, mostra collettiva BABY BOOMERS, aprile 2019

Là dove tutto è cominciato.
Una vecchia idea di installazione di sedute in area verde
Fusione in bronzo, 1991/ 2019 (prima apparizione in pubblico)

Primi anni ’80. In me le tracce delle strade e della piazza del ’77. Quell’anno studiavo le città
della letteratura e traducevo Michail Bachtin: la piazza come spazio-tempo di una parola e di
un corpo liberati, nel rovesciamento delle verità assolute codificate dai poteri e dai sistemi.
Da una parte l’impegno per trasformarmi e trasformare, dall’altra ciò che vedevo e che dalle
mie mani usciva erano grumi, concrezioni di pensieri e desideri pietrificati, rizomi, frattali,
arie, sedimentazioni incompiute di materie portate dal vento. Lo spazio esterno come
scenografia dell’io suscitava intolleranza. Primi pensieri sull’arte pubblica, cere senza calco,
bronzi il cui risultato era dato dall’errore, una fusione sbagliata apriva nuove strade. La
materia in rivolta contro la forma che le avevo dato. Intanto, in movimento parallelo e legato
a quelle forme, visioni proliferanti di omini in fuga: la mia generazione.
Il problema adesso, come allora: uscire dall’io e incontrare il noi, senza demagogie.
Quell’omino sparisce per un po’ e poi si ripresenta…con scala o senza, da allora continua ad
andare, inquieto e in una ricerca infinita.




venerdì 1 febbraio 2019

Onde dorate/Golden waves. Let’s save them, let’s save ourselves, con Cuore di pietra. Febbraio 2019

Un segno di dissenso, un’esortazione alla solidarietà. Dal Comune di Pianoro e dall’associazione “Cuore di
pietra” un’installazione temporanea e in progress di Mili Romano: un invito a cittadini e istituzioni ad
esporre alle finestre una coperta isotermica (quella in cui vediamo avvolti i migranti nelle convulse azioni
di salvataggio in mare) piegata in due come segno di apertura in difesa degli ospiti stranieri ma anche in
difesa di noi stessi e della nostra umanità.
Negli ultimi due anni Cuore di pietra a Pianoro ha lavorato a percorsi di integrazione attraverso l’arte
pubblica collaborando con l’associazione onlus Mondo Donna (www.mondodonna-onlus.it ), la
Cooperativa Sociale Arca di Noè e con gli ospiti stranieri di queste due strutture di accoglienza presenti sul
territorio. Dagli incontri con i migranti e in dialogo anche con una classe della scuola media V. Neri, sono
nate le due nuove installazioni delle giovani artiste allieve dell’Accademia di Belle Arti di Bologna
Arconthia Bezoni Pezoni e Valeria Notarangeli..










mercoledì 1 gennaio 2014

Per PAISITOS, un progetto multidisciplinare di Giulia Cilla sulle politiche memoriali e affettive nel cono sud dell’America latina, cartoline, Musèe de l’Ohm, Bologna 2014

Un progetto di Giulia Cilla a cura di Katia Baraldi ,. Paisitos è un progetto artistico multidisciplinare sulle politiche memoriali e affettive nel cono sud dell’America Latina (Argentina, Uruguay, Cile). 
Per Musée del OHM è stata aperta una call ad inviti di arte correo (arte postale), dedicata alla contraddittoria legge di amnistia dell’Uruguay a favore delle giunte militari degli anni ’70, colpevoli di crimini contro l'umanità, che in ben due plebisciti (1989 e 2009) non fu possibile abrogare per la vittoria dei NO. Obiettivo di questa iniziativa è al contempo di riflettere sulle ragioni di questo risultato e di riattivare una pratica artistica dissidente utilizzata in Sud America come forma di lotta, per cambiare di segno con gli strumenti dell’arte all’esito della storia.

lunedì 13 maggio 2013

Dea Madre

Installazione di un distributore di palline,

Mostra Autoritratti a cura di Uliana Zanetti,
Mambo, Bologna 2013


Dea Madre ha avuto inizio nel settembre del 2012 ed è proseguito fino all’inaugurazione e poi
alla chiusura della mostra Autoritratti, al Mambo di Bologna da maggio a settembre 2013.
Ho dato una pallina allo staff del Museo, alle artiste e alle curatrici della mostra, agli artisti
amici, agli amici, agli amori, ai miei studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e a tutti
coloro con i quali ho lavorato e lavoro nel corso dei miei progetti di arte pubblica e
partecipativa.
Ho chiesto loro di intervenire all’interno della pallina con un segno, un’“opera”, un oggetto che
li rappresentasse e che fosse legato alla loro identità.
60, quanti erano i miei anni, sono le palline che ho fatto io.
200 sono state le palline realizzate per l’installazione originaria presentata all’inaugurazione.
Da quel momento anche il pubblico ha potuto, se lo desiderava, condividere questo scambio di doni: prendendo una pallina vuota che avrebbe trovato
accanto al distributore automatico; intervenendo al suo interno con un segno di identità e di
autorappresentazione.
La pallina ha il diametro di 6 cm. : poteva essere portata a casa oppure poteva essere portato da
casa un qualcosa che potesse essere introdotto nella sfera al momento della visita al Museo.
Questo è stato un lavoro in progress in cui il passato ( il momento della preparazione e della
crescita del lavoro), il presente e il futuro ( il lavoro nel suo evolversi), insieme alla lenta cura e
ad una trasformazione continua, sono stati una progressiva sollecitazione alla sua rigenerazione
attraverso lo scambio di piccoli doni.

clicca qui per il video












martedì 29 novembre 2011

ITALIA, 2011

Dal 29 novembre 2011 al 29 gennaio 2012, la Collezione Permanente del MAMbo (Museo
d’Arte Moderna di Bologna), ha ospitato il progetto "Italia" ideato da Mili Romano in occasione
dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il lavoro si è articolato nella proiezione di un’opera-video, la
cui sinossi riportava una citazione di Giacomo Leopardi tratta dal Discorso sopra lo stato
presente dei costumi degl’italiani , e in un’azione-performance. Nel video, Mili Romano ha
proposto una ricognizione personale delle vicende della Repubblica italiana, in cui ricordi
autobiografici si intrecciano con vicende emblematiche della storia nazionale.
Contemporaneamente, l’artista, ogni giorno, seduta su una sedia appartenuta ai nonni, ha letto
alcune pagine a lei care della letteratura italiana dall’Ottocento ad oggi. Lo stesso hanno fatto
tutti coloro che hanno voluto partecipare spontaneamente all’iniziativa. Ognuno ha lasciato
traccia del proprio passaggio, deponendo il libro scelto ai lati della sedia, per poi ritirarlo
durante la serata finale del progetto, nella quale si è svolta una intensa maratona di lettura.






















lunedì 13 giugno 2011

Servabo, Cuore di pietra 2011


Citando un prezioso libretto sulla memoria di Luigi Pintor : " Servabo: Conserverò, terrò in serbo, o anche servirò, sarò utile", un tavolo-panca nel giardino antistante la biblioteca si offre come oggetto di "design urbano". Su di esso, attraverso "Cuore di pietra" generazioni diverse di bambini e di ragazzi hanno lasciato un segno della propria identità. La forma è quella del punto interrogativo, per la quale alla fine si è optato, contro un bell'esclamativo troppo accomodante. Per lasciare un dubbio che ancora una volta, in maniera critica e attiva, sia continuo pungolo ad interrogarsi sulla città, sullo spazio pubblico e la sua cura, e sugli spazi di democrazia. Un punto interrogativo perché non ci si vuole fermare compiaciuti per il già fatto, con la consapevolezza che molto ancora si potrebbe e si dovrebbe fare. Un punto interrogativo perché sappiamo quanto, almeno nel nostro paese, valga più l'immagine effimera e di rapido consumo che ciò che innesca un cambiamento e una attiva capacità critica consapevoli. Un punto interrogativo che sia sfida all'oblio strumentale e a letture travisanti e alla memoria di breve durata. Parti delle mappe riprodotte sul tavolo-panca sono state realizzate nel corso di un workshop tenuto insieme a Mona Lisa Tina con i ragazzi dei gruppi di aggregazione giovanile di Pianoro/ Carteria (in collaborazione con "Casa Arcobaleno" e la ASL di Pianoro).

giovedì 13 gennaio 2011

Mili Romano con Studio Pippo Ciorra, "Passaggio di luce"

Nell’area in cui si trovava un vecchio gazebo di legno dove gli abitanti nelle sere d’estate si ritrovavano a giocare a carte si trova “Passaggio di luce”, un'opera in ferro e vetro colorato di Mili Romano realizzata con la collaborazione tecnica degli architetti Pippo Ciorra, Emanuele Marcotullio e Raffaella Coppari . Nato da un esplicito desiderio degli abitanti di via Bolognesi di  avere uno spazio che ricordasse il loro vecchio gazebo, esso è la riconsegna agli abitanti del paese e dela vecchia Via Pierino Bolognesi, dell’antico spazio proiettato verso un nuovo utilizzo polifunzionale e creativo. Il progetto è stato realizzato con un finanziamento della Regione (Legge 16/02) . Su una sezione delle ante di vetro sono riportati, in sabbiatura, alcuni segni della mappa “Pianodoro” di Sabrina Torelli, realizzata nel corso di un workshop con una classe della scuola elementare e il cui originale, in stampa su PVC, si trova al centro Diurno E. Giusti.









sabato 1 gennaio 2011

Album di figurine

L'album di figurine riassuntivo di tutte le attività di Cuore di Pietra 2005/2011 è stato in vendita presso tutte le edicole di Pianoro e Rastignano e in alcune edicole di Bologna, ed è stato distribuito in tutte le scuole del territorio. Adesso è acquistabile in cofanetto collezione completa presso CorrainiMAMbo artbookshop o può essere richiesto direttamente alla casa editrice.
L'album è un progetto di Mili Romano con la collaborazione grafica di Roberta Contarini

giovedì 1 gennaio 2009

PLAY. Questo cassetto è una piazza

Installazione audio in un cassetto del Musée de l'OHM

Il Musée de l’OHM è un museo - opera fondato da Chiara Pergola nel 2009, situato all’interno di un comò del XIX secolo. La struttura formalizza un’idea di continuità tra la dimensione privata e quella pubblica modellandosi sull’esempio di un antico luogo di coesistenza della dimensione abitativa e di quella produttiva pertinente alle nostre radici storiche: la casa-bottega pompeiana. Seguendo questo schema i tre cassetti del mobile ospitano diverse sezioni del museo: il primo in alto, denominato pergula, è la sede di mostre temporanee; il secondo, negotium, presenta la collezione permanente; il terzo, secreta, di norma non accessibile, è deputato alla conservazione di opere ed oggetti di affezione, che acquistano valore nella comunicazione privata, ma difficilmente riconoscibili sul piano linguistico da una collettività. 




lunedì 24 settembre 2007

Il rumore del tempo. Bologna 1977. Videopoema di corto metraggio

Nel settembre del 1977, a Bologna, durante i giorni del convegno contro la repressione, un
gruppo di giovani, tra cui l'autrice, girava con un furgone un po' sgangherato che sulle
fiancate portava impressi i volti dei fratelli Marx e di Buster Keaton, passandosi di mano in
mano una macchina da presa super8. Quel furgone era la sede mobile dell'allora nascente
etichetta discografica Harpo's Bazar dal cui archivio sono saltati fuori, dopo trent'anni, metri
e metri di pellicola. Trasferite in digitale e montate, quelle immagini ritornano in una sorta di
'Videopoema' inseguendo il rumore di quei giorni e di quelle generazioni che la piazza
riusciva ancora ad unire, con il frastuono, i pensieri, l'impeto di allora, accompagnate dai
brani dei Confusional Quartet o i Gaz Nevada, e da quelli di altri gruppi musicali remixed in
versione discoteca e da una rivisitazione fotografica che ce le restituisce attraverso il
pulviscolo del tempo.
Nei giorni fra il 24 e il 27 settembre 2007 il video è stato presentato in spazi per l'arte e la
cultura di molte città italiane ( fra le altre GAM Torino, MUSEION Bolzano, Galleria
MONTEVERGINI Siracusa, LE PAPESSE Siena, in un'azione che si è proposta di
sollecitare e unire come un fil rouge pensieri, azioni, immagini e riflessioni sulla libertà di
espressione, collegando idealmente tanti spazi che a questo tam tam, che ha preso avvio dalla
Galleria NEONcampobase di Bologna, hanno risposto e hanno continuato a rispondere nel
corso dell'anno.
Il film è stato selezionato al Festival Arcipelago di Roma e al Festival dei Popoli di Firenze
e presentato, come installazione permanente, nei giorni del Festival, all’interno della sezione
Lo schermo dell’arte, a cura di Silvia Lucchesi.








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